ZEFIRO vento di primavera

Ci sono passioni che si scatenano come tempeste improvvise e altre che, quasi timidamente, si insinuano nella vita di una persona, crescendo in silenzio fino a diventare ineludibili. La fotografia di Barbara Dall’Angelo appartiene a questa seconda specie, quella delle rivelazioni che maturano nell’ombra e poi, senza più esitazioni, si affermano come un destino già scritto. Ricordo il momento in cui ha iniziato a fotografare, una quindicina d’anni fa: non un gesto occasionale, ma l’inizio di un’onda che l’avrebbe portata lontano. Ho avuto il privilegio di seguirne le prime tappe, segnate fin da subito da un’identità forte e precisa, il momento in cui ha immaginato il suo primo libro, l’emozione delle sue prime pubblicazioni, l’energia con cui ha dato forma alla sua visione. Ma il viaggio di Barbara non è solo quello di un’artista che affina il proprio sguardo: è il cammino di una donna che si lancia oltre i confini, senza esitazioni. Con la mente, con il cuore, con il corpo. E ogni volta che parte per un viaggio, con l’incoscienza di chi è guidato dalla necessità interiore, la vedo sfidare il pericolo, la fatica, inseguendo un’immagine che forse esiste già dentro di lei, ancora prima che l’otturatore la fissi nella memoria del mondo. Le sue fotografie non si limitano a riprodurre la natura: la interrogano, la ascoltano, le danno voce. E fa tutto questo riuscendo a portare un messaggio poetico capace di unire il suo spirito alla natura, e la natura a tutti noi. Le sue immagini sono vere e proprie finestre aperte su un mondo puro, incontaminato, vibrante di bellezza e armonia. Il suo sguardo è al tempo stesso preciso e profondamente empatico, capace di tradurre la grandiosità del cosmo in frammenti di luce e colore che risuonano dentro di noi, evocando emozioni profonde. Le sue fotografie ci invitano a rallentare, a osservare con attenzione, a riscoprire la meraviglia che ci circonda e a sentirci parte di essa. E in questo viaggio che lei stessa compie dietro l’obiettivo, ci guida con la delicatezza e la forza di chi ha scelto la bellezza come strumento di consapevolezza. Perché, in fondo, attraverso i suoi scatti, Barbara non ci mostra solo la natura e lo spirito che la abita, ma anche, in filigrana, il riflesso della sua anima, che ci parla con la lingua poetica della bellezza.

Tinny Andreatta

“La bellezza è negli occhi di chi guarda” recita un noto aforisma variabilmente attribuito, tra gli altri, a Hume e Goethe. Nel caso di Barbara Dall’Angelo si può forse parafrasare che la bellezza è una costante nell’obiettivo della sua macchina fotografica. Una ricerca della bellezza oggettiva, quella di Barbara, che indaga a tutto campo il mondo che ci circonda, dai boschi appenninici alle savane africane, dalle placide acque del Mediterraneo ai ghiacci dell’Artide; una ricerca personale, estetica, ma anche poetica ed etica, che nella mostra “Zefiro, vento di primavera” è declinata in immagini del risveglio stagionale della Natura.
È un’arte fotografica, quella di Barbara Dall’Angelo, che si è affinata negli anni senza mai perdere di vista la filosofia di fondo del suo lavoro, già enucleata nel volume antologico The Poetry of Earth (Electa, 2016), una consapevole “ode visiva alla Terra” che guida alla contemplazione della Natura fissandone la bellezza in tutte le sue manifestazioni, attimi d’incanto, stimoli positivi d’ispirazione collettiva per riservare maggiore attenzione all’ambiente e ripensare l’Antropocene.

Alessandra Clementi